Istituto Nazionale per la Grafica.
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
Ah, che rebus!
Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia.
Roma, Palazzo Poli 17 dicembre 2010 – 8 marzo 2011
L’Istituto Nazionale per la Grafica chiude le celebrazioni del 35°anno dalla fondazione con una mostra originale e innovativa.
Giovedì 16 dicembre 2010 alle ore 16,30 a Palazzo Poli, apre la mostra “Ah, che rebus! Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia “a cura di Antonella Sbrilli e Ada De Pirro. Con la collaborazione dell’Associazione Rebussistica Italiana e del CATTID – Sapienza Con il Patrocinio del Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo, Sapienza Università di Roma.
Le due curatrici, con la consulenza di Stefano Bartezzaghi, la collaborazione di un folto gruppo di studiosi per il catalogo, e il sostegno dell’Istituto per la parte organizzativa, hanno compiuto scelte precise, orientandosi alla storia del rapporto tra arte e rebus, e selezionando per la mostra opere, in originale o in fac simile, di particolare interesse.
Che cos’è un rebus?
Un piccolo enigma da decifrare, un disegno che nasconde una frase, un passatempo.
Un gioco. Eppure, questo gioco ha una storia antica che, a ripercorrerla, rivela molte sorprese: nel passato grandi artisti hanno elaborato rebus, da Leonardo da Vinci con le sue cifre figurate (presentate in un video e riprese anche da artisti contemporanei), agli incisori Stefano Della Bella e Giuseppe Maria Mitelli.
Una sorpresa più recente è la presenza delle vignette della celebre rivista “La Settimana Enigmistica”, disegnate dall’illustratrice milanese Maria Ghezzi (la Brighella), nella pittura italiana degli anni Sessanta
e Settanta, in particolare nelle opere di Renato Mambor e Tano Festa.
La mostra mette a confronto l’antico e il moderno, in un viaggio di andata e ritorno tra arte e rebus dal Cinquecento a oggi, con rimandi continui fra il gioco e l’espressione artistica. I rebus dell’Ottocento, con le loro lettere animate, sono accostati agli esperimenti futuristi, come nel disegno Marinetti ferito dei fratelli Cangiullo. Le atmosfere metafisiche dei Bagni misteriosi di Giorgio De Chirico dialogano sia con le
vignette dei rebus moderni sia con dipinti, video, disegni contemporanei legati all’enigma.
Il percorso della mostra si apre con l’accostamento di due dipinti: il Ritratto di Lucina Brembate di Lorenzo
Lotto, 1518 circa, e Personaggio in grigio di Osvaldo Licini, 1944. In entrambi, la luna è unita a delle lettere per suggerire un nome (Lucina) o una serie di parole potenziali, in uno scambio fra figure e lettere, fra visibile e leggibile.
Le imprese del Rinascimento, gli emblemi, le marche tipografiche, ma anche i loghi delle ditte moderne, così come la comunicazione pubblicitaria presentano talvolta la forma del rebus, un meccanismo interattivo che coinvolge l’intelletto.
Il rebus si presta anche a trasmettere messaggi velati di taglio politico, satirico, storico. Dal Risorgimento al ’68, ideali politici e sociali sono stati espressi in forma di rebus su fogli volanti, riviste, dipinti e libri d’artista. In mostra è visibile per la prima volta, restaurato per l’occasione, il grande drappo con un lungo rebus dedicato a Pio IX per l’amnistia concessa nel 1846.
Il meccanismo del rebus è presente in molti titoli di opere contemporanee e spesso il gioco avviene fra titolo, opera, materia e tecnica. E ancora, il rebus è lo spunto di poesie, come quelle di Edoardo Sanguineti interpretate in alcune opere grafiche presenti in mostra.
Si ritrova nei video come tecnica di narrazione, nei graffiti street art sui muri, come esca che attira lo spettatore.
Senza dimenticare che uno dei temi principali del rebus nei secoli è stato l’amore, da Leonardo da Vinci a Paolo Conte a cui questa mostra deve, oltre che un’opera esposta, il titolo Ah che rebus! dal ritornello della canzone Rebus del 1979.
PERCORSO ESPOSITIVO
In mostra sono presenti opere originali e facsimile dei seguenti artisti, secondo un percorso così articolato :
– Parte storica: Leonardo da Vinci, (video-animazioni con soluzioni dei rebus), Lorenzo Lotto, Agostino Carracci, Stefano
Della Bella, Giuseppe Maria Mitelli, Agostino Nini, Adriano Baracchini Caputi, Francesco Cangiullo,
Felice Casorati, Osvaldo Licini, Giorgio de Chirico.
– Cimelio storico: drappo con rebus in onore di Pio IX.
– Anni Sessanta e Settanta del Novecento: citazioni, prelievi, variazioni Duilio Rossoni, Carlo Guarienti, Gastone Novelli, Tano Festa, Renato Mambor, Mario Schifano, Gianfranco Baruchello, Tullio Pericoli, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Aldo Spinelli, Arrigo Lora-Totino, Luigi Pasotelli, Luca Patella, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Sarenco, Corrado D’Ottavi.
– Il rebus continua: incisione, pittura, scultura, assemblage, graffiti, video
Paolo Albani, Nanni Balestrini, Aldo Mondino, Luigi Ontani, Pablo Echaurren, Sergio Ceccotti, Pierluigi Isola, Massimo Livadiotti, Piero Addis, Coniglioviola, Fanny & Alexander/Zapruder Filmmakersgroup,
Lino Fois, Emanuele Magri, Bros e Sonda, Paolo Conte.
Vignette originali di Maria Ghezzi per i rebus della Settimana Enigmistica.
Libri antichi fra cui esemplari di Giovio, Capaccio, Alione, Tabourot, Palatino, Della Porta, Caramuel.
Cartoline, figurine e riviste dell’Ottocento e del primo Novecento, con rebus di Dalsani, Pipein
Gamba e altri.
CATALOGO
Il catalogo, edito da Gabriele Mazzotta, raccoglie saggi che esplorano il rebus dal punto di vista della
storia dell’arte, dell’enigmistica, della letteratura italiana, del linguaggio, con incursioni nel mondo dei
geroglifici, degli enigmi musicali, della pubblicità. Tra le molte curiosità segnaliamo la presenza di una nota e un rebus di Maurizio Calvesi, storico dell’arte che da giovanissimo è stato enigmista.
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